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LONDRA (Reuters) – I prezzi del petrolio sono aumentati lunedì mentre i colloqui sul nucleare iraniano sembravano dover affrontare ostacoli e incombeva un divieto alle spedizioni di petrolio russo, con forniture limitate che lottano per soddisfare la domanda ancora forte.
I future sul greggio Brent sono aumentati di 92 centesimi, o dell’1%, a $ 93,76 al barile entro le 0910 GMT. Il greggio US West Texas Intermediate è salito di 71 centesimi a $ 87,50 al barile, ovvero lo 0,8%.
I prezzi sono leggermente cambiati la scorsa settimana poiché i guadagni derivanti da un taglio simbolico dell’offerta da parte dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) e dei suoi alleati tra cui la Russia, il gruppo noto come OPEC+, sono stati compensati dalla chiusura della Cina, il più grande importatore mondiale di greggio.
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Francia, Gran Bretagna e Germania hanno dichiarato sabato di nutrire “seri dubbi” sulle intenzioni dell’Iran di rilanciare l’accordo nucleare, in uno sviluppo che potrebbe tenere il petrolio iraniano fuori dal mercato e mantenere limitate le forniture globali.
I prezzi globali del petrolio potrebbero rimbalzare entro la fine dell’anno poiché l’offerta dovrebbe ridursi ulteriormente quando l’embargo dell’Unione Europea sul petrolio russo entrerà in vigore il 5 dicembre.
Il Gruppo dei Sette attuerà un tetto massimo del prezzo del petrolio russo per limitare le redditizie entrate delle esportazioni di petrolio della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina a febbraio e prevede di adottare misure per garantire il flusso continuo di petrolio verso i paesi emergenti. Leggi di più
Tra le notizie più negative per i mercati, la domanda di petrolio cinese potrebbe contrarsi per la prima volta in due decenni quest’anno, poiché la politica anti-Covid di Pechino tiene le persone in casa durante le vacanze e riduce il consumo di carburante. Leggi di più
“I continui venti contrari dalle rinnovate restrizioni sui virus della Cina e dall’ulteriore moderazione delle attività economiche globali potrebbero ancora sollevare alcune riserve su un rally più sostenibile”, ha affermato Jun Rong Yip, market strategist di IG.
La Banca centrale europea e la Federal Reserve sono inoltre pronte ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, che potrebbe aumentare il valore del dollaro USA rispetto alle valute e rendere il petrolio denominato in dollari più costoso per gli investitori.
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Segnalazioni aggiuntive di Florence Tan e Jeslyn Lear. Montaggio di Kenneth Maxwell e Louise Heavens
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